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Dalle opere di Giovanni Boccaccio, Torquato Tasso e Carlo Porta: racconti e interpretazioni per immagini

Dalle opere di Giovanni Boccaccio, Torquato Tasso e Carlo Porta: racconti e interpretazioni per immagini

Il Decamerone di Giovanni Boccaccio, la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso e le Poesie edite e inedite di Carlo Porta. Tre nomi che hanno segnato la storia della letteratura italiana vengono presentati attraverso volumi di pregio che meritano una particolare attenzione sia per le preziose rilegature che per le eleganti illustrazioni.

       

Con questo trittico di immagini entriamo all’interno dei volumi e cominciamo a sfogliare le pagine con i testi di Torquato Tasso e Carlo Porta. La maga musulmana, Armida, astuta e consapevole della sua bellezza, rappresentata dall’artista napoletano Edoardo Matania, in posizione eretta, rigida, con i lunghi capelli raccolti da un lato e con lo sguardo rivolto altrove, superba e distaccata rispetto a ciò che sta avvenendo intorno a lei: “Lodata passa e vagheggiata Armida, fra le cupide turbe, e se n’avvede” (Gerusalemme Liberata, Canto IV, strofa 33).
In aggiunta abbiamo scelto per voi due illustrazioni tratte dalle poesie in dialetto milanese di Carlo Porta. Entrambe le illustrazioni sono state realizzate dall’artista Gino Sandri noto soprattutto come illustratore legato al movimento della Scapigliatura di inizio Novecento. Nella prima illustrazione, con un tratto netto e preciso, l’artista riesce, con tono ironico e burlesco, a rendere lo spirito anticlericale del poeta. La seconda immagine risulta invece più suggestiva e malinconica. Sandri, con pochi tratti, riesce a raccontarci la triste storia della fanciulla Ninetta, uno dei personaggi più audaci del mondo portiano. Una giovane pescivendola del mercato del Verziere, ridotta alla prostituzione per sopravvivere.

Questa immagine ci mostra due pagine dell’edizione Alinari del Decamerone di Boccaccio. In alto il ritratto, realizzato in sanguigna da Tito Lessi, illustratore del volume. La seconda illustrazione mostra un avvenimento storico: la peste di Firenze del 1348. La tematica viene resa con lo stile tipico del Lessi estremamente attento al dato reale, reso con eleganza e con una precisione quasi fotografica. In questo modo l’artista interpreta perfettamente l’idea del Boccaccio, che compose l’opera dopo la peste; infatti nell’introduzione Boccaccio ci ricorda che la pandemia veniva considerata una punizione divina per i peccati dell’umanità o l’effetto di una congiunzione astrale.

       

Con le ultime due foto abbiamo voluto mettere in risalto alcuni dettagli della legatura del volume del Decamerone che merita una particolare attenzione. L’edizione Alinari del 1915 viene considerata ancora oggi una tra le più pregevoli del ‘900 per valore artistico. Una legatura in piena pelle con fermagli in metallo, decorazioni in rilievo ai piatti, titolo impresso a secco sul piatto anteriore e dorso a 3 nervi.