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I giochi popolari: dai dadi all’albero della cuccagna

I giochi popolari: dai dadi all'albero della cuccagna

I giochi popolari: dai dadi all’albero della cuccagna

Nei prossimi articoli della rubrica “Scaffale” tratteremo il tema del gioco, argomento che ci è sembrato particolarmente adatto viste le imminenti festività natalizie. Partiamo dalle tavole dedicate ai giochi popolari italiani dal XV al XX secolo, presenti nel volume Stampe popolari italiane curato da Paolo Toschi e pubblicato dalla Banca popolare di Milano in collaborazione con la casa editrice Electa.

Il legame tra il gioco e la stampa è molto antico e molto più simbiotico di quanto si possa pensare. L’autore del testo ci spiega infatti che molto probabilmente le prime silografie siano state realizzate proprio per creare un mazzo di carte nel Medioevo contendendosi, però, il primato con le immagini sacre. Avere oggi queste stampe che rappresentano gli antichi giochi popolari è per noi fondamentale in quanto in molti casi sono l’unico strumento per conoscere alcune attività ludiche ormai scomparse o poco conosciute.

Le silografie riportate nel volume illustrano molti giochi, alcuni dei quali legati spesso ad attività che si svolgevano durante specifiche festività come ad esempio il carnevale, e sono: l’uccisione del gatto a colpi di testa, le forze d’ercole: gara tra nicolotti e castellani a Venezia, gioco del cucù alla nuova fabbrica, il domatore di cavalli, il gioco dadi con 24 figure, il gioco di fortuna su simbolo astrologici e vari, il gioco dell’oca, il gioco dei dadi detto del “pelli chiù”, l’albero della cuccagna, il gioco delle biribissi, i fantocci (Pulcinella, Colombina, Turco, Arlecchino, Pierotto, Cinese), la caccia al toro, il beccalaglio, il saltalaquaglia, antiche carte toscane e il gioco di morra.

      

Tra questi vogliamo soffermarci in primis sui giochi legati all’uso dei dadi in quanto, soprattutto nella tradizione italiana, sono i più antichi. Essendo giochi legati alla fortuna, era ovvio che si utilizzassero simboli astrologici come il sole, la luna, il leone, la sirena, la cometa a cui spesso però se ne mescolavano altri come la torre, il vascello, il cuore, la fontana o anche tipi umani caratteristici come il soldato, il giocoliere, il cacciatore, il nano. In altri casi, in tavole provenienti dal meridione, è possibile trovare anche il cantaru, il demonio, le corna, la maschera di Tabarano. Una versione molto particolare è quella chiamata “Il piacevole nuovo gioco nuovamente trovato detto pela il chiù” che si giocava con tre dadi e sotto le figure, disposte a formare un giro ovale, erano rappresentati i dadi stessi sui quali erano indicati i punti di ogni singola immagine. Rappresentazioni simili si trovavano poi anche nel gioco delle biribissi. Un gioco d’azzardo diffuso in Italia nel Settecento, tanto nelle corti quanto tra il popolo e praticato nelle osterie, nei teatri, in strada. Funzionava come una tombola figurata, con la differenza che i giocatori puntavano somme in denaro sulle varie caselle della tabella. Il Banco avrebbe poi estratto da un sacchetto dei foglietti arrotolati con i vari numeri, determinando così la vincita o meno dei partecipanti.

       

Un’altra tipologia di giochi sono invece quelli pubblici, che si svolgevano in occasione delle feste popolari e che, in alcuni casi sono giunti fino a noi, magari come riesumazione durante le rievocazioni storiche. Tra i più famosi bisogna ricordare l’albero della cuccagna il quale si svolgeva durante la festa della primavera e durante il quale i partecipanti devono cercare di prendere dei premi, di norma generi alimentari, posti in cima ad un palo. Solitamente il palo viene ricoperto di grasso o altra sostanza che rende difficile l’arrampicata da parte dei concorrenti. Il gioco conserva, in parte ancora oggi, due dei significati rituali che stanno alla sua origine: la lotta con la proclamazione di un vincitore e l’abbondanza dei doni, di valore propiziatorio. Le forze d’ercole: gara tra nicolotti e castellani, consisteva invece nella formazione di una piramide umana: gli acrobati delle due squadre salivano uno sopra l’altro tenendosi per mano e aiutandosi con lunghi pali e travi; chi riusciva a formare la piramide più alta vinceva lo scontro.

Quelli che vi abbiamo proposto rappresentano solo una piccola selezione dei giochi popolari della nostra tradizione i quali poi o sono scomparsi o si sono trasformati in altri giochi come abbiamo visto con il gioco delle biribissi o, in altri casi, sono giunti fino a noi. Nel nostro prossimo incontro continueremo a parlare di questo argomento ed in particolare su uno dei giochi più praticati in Italia e non solo, quello delle carte.