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Il diario di bordo: una vita nel mare

Il diario di bordo: una vita nel mare

Il diario di bordo: una vita nel mare

Siamo giunti al mese di agosto, molti di noi si staranno godendo il periodo delle vacanze estive, magari in una località di mare e noi vogliamo concludere il nostro lungo percorso sul mar Adriatico con un tema collaterale ma allo stesso tempo parte integrante e cioè il diario di bordo. Molti di noi conosceranno questo oggetto ma tutti sanno veramente di cosa si tratta? Spesso il diario ci fa pensare ad uno strumento per annotare tutto quello che succede durante un viaggio: le mille esperienze, le peripezie incontrate, gli imprevisti da risolvere attribuendogli dunque un gusto avventuroso e un pò romantico. In realtà il diario di bordo è prima di tutto uno sussidio tecnico ed indispensabile quando si affrontano viaggi per mare. Qui vanno descritti in modo dettagliato tutti i dati relativi alla navigazione, registri, tavole e tabelle, nonché le condizioni dell’imbarcazione e delle sue dotazioni. Il suo utilizzo era indispensabile nei tempi passati, quando ancora non esisteva il GPS, e la navigazione si basava su rilevamenti costieri ed astronomici grazie ai quali si potevano evitare situazioni di vero e proprio pericolo. Oggi dunque il diario di bordo ha perso la sua valenza originaria arrivando a rappresentare un semplice memorandum dove lo skipper appunta giornalmente gli eventi che avvengono a bordo con l’intento di raccogliere i dati ed i parametri importanti per riferimenti futuri.

Oggi tuttavia noi vogliamo mostrarvi uno specifico diario di bordo e cioè quello di Cino Ricci composto da due volumi di inestimabile pregio non solo per le informazioni che in esso sono contenute ma anche per le meravigliose illustrazioni presenti e riguardanti in particolar modo la fauna e la flora marina. I due testi sono:
Diario di bordo di Cino Ricci, Cino Ricci, Marco Meroni editore, Milano, 1984
Lords of the sea. Signori del mare. Diario di bordo di Cino Ricci, Cino Ricci, Marco Meroni editore, Milano, 1985

Il primo volume è il diario di bordo vero e proprio in cui l’autore descrive le sue esperienze personali di navigazione, spiega la regata e le sue regole, parla dei venti e di come il buon marinaio deve sfruttarli, ci introduce al linguaggio tecnico di bordo, elenca e descrive i nodi del marinaio, ci mostra le varie tipologie di vele dell’Adriatico e conclude facendoci conoscere l’universo delle alghe, delle sue infinite tipologie e anche di come possano essere usate per l’alimentazione. Stupenda la parte terminale del volume strutturato con pagine che riportano da un parte un foglio bianco a righe per scrivere e dall’altra una elegantissima illustrazione di infinite tipologie di flora marina.

Il secondo volume invece tratta dei “signori del mare” cioè dei pesci e dell’attività umana ad essi collegata quale la pesca. Nel testo si fa riferimento agli studi di uno dei più importanti ittiologi della storia, Jonathan Couch e a Plinio il Vecchio di cui in particolar modo viene riportata la parte della sua Storia Naturale in cui tratta il tema degli “animali acquatici”. Gli argomenti affrontati sono molteplici: le origini e la storia della pesca, le tecniche e gli strumenti, la tonnara, il futuro di questo mestiere.

Ma tutti noi conosciamo Cino Ricci? Forse qualche piccolo cenno biografico è a dir poco doveroso. Nasce a Rimini nel 1934 e comincia la sua esperienza nel campo della nautica sin da molto giovane accompagnando i turisti in Romagna e prestando servizio sulle barche dei pescatori a Cervia durante il secondo conflitto bellico mondiale. Dal 1965 partecipa a regate internazionali sia in Inghilterra che in Francia e grazie alla sua notevole abilità ed esperienza entra a far parte della fondazione del Centro Velico Caprera d’altura dedicandosi alla formazione specifica degli istruttori. Ottenuta la qualifica di skipper in regate sia nazionali che estere, conquista numerosi successi individuali e di squadra. Conosce Gianni Agnelli con il quale condivide la grande passione per la vela e diventa parte del progetto di schierare una barca italiana all’America’s Cup, la più prestigiosa competizione velistica mondiale.

Nel 1983 a Newport (USA), Ricci, skipper di Azzurra, la barca italiana, riesce ad arrivare sino alla semifinale. Partecipa nuovamente all’importantissima gara nel 1987, anno in cui la sfida si tiene a Fremantle, in Australia, ma poco dopo questa ulteriore esperienza decide di dimettersi dall’incarico diventando commentatore televisivo per conto di diverse emittenti tra cui Fininvest, Rai, Telemontecarlo. Nel 1989 ha creato una scuola di Vela Nazionale in Jugoslavia e ha organizzato eventi e rassegne nell’ambito della velistica: basta accennare al “Giro di Sardegna a Vela” e al “Giro d’Italia a Vela”, due delle maggiori kermesse italiane dedicate agli appassionati di tale disciplina sportiva.
Vogliamo concludere questo articolo con le parole del nostro skipper riportate nell’articolo Cino Ricci e i segreti del vento “Quel gorilla da tenere al guinzaglio” di Giovanni Marino: «Dunque, il mare è inerte, è lì, sempre lì, è il vento che cambia tutto. È il vento che muove il mare. Quindi, cari ragazzi, ho detto loro, dovete imparare a conoscere il vento se volete veleggiare, è la cosa principale. E per farci amicizia dovete imparare a sentirlo. Come? Con le parti scoperte del vostro corpo: il viso, i capelli, le braccia, le gambe, le orecchie. Il segreto è tutto lì. La vostra pelle ascolterà il vento e voi imparerete a seguirne le giuste traiettorie, così, naturalmente».