
31 Mag L’Adriatico: un mare europeo
L’estate è ormai alle porte e con questa nuova ventata di caldo arrivata in anticipo abbiamo pensato che non c’era migliore tematica da affrontare in questo periodo se non quella del mare. In particolar modo ci piacerebbe raccontarvi e parlarvi del “mare nostrum”, quello che tutti i giorni possiamo ammirare affacciandoci dalle finestre della nostra biblioteca ossia il mare Adriatico. Per cominciare questo argomento abbiamo selezionato dai nostri scaffali una raccolta in tre volumi promossa dalla Rolo Banca tra la fine degli anni novanta e gli inizi del duemila dal titolo Adriatico mare d’Europa, scelta anche per le bellissime immagini che compongono il testo e che ci danno l’idea di come il mare adriatico sia stato il protagonista indiscusso della vita economica e sociale per secoli ma anche inesauribile fonte d’ispirazione per molti artisti. I tre tomi in cui si articola la raccolta sono:
• Adriatico mare d’Europa, la geografia e la storia, a cura di E. Turri, Rolo Banca, Bologna, 1998
• Adriatico mare d’Europa, la cultura e la storia, a cura di E. Turri, Rolo Banca, Bologna, 2001
• Adriatico mare d’Europa, l’economia e la storia, a cura di E. Turri e D. Zumiani, Rolo Banca, Bologna, 2002
Il mare Adriatico, un mare chiuso in quanto piccolo e stretto ma allo stesso tempo aperto in quanto è stato per secoli il punto di incontro fra culture e popoli diversi, centro commerciale di fondamentale importanza strategica, culla di fiorenti città prima fra tutte la “regina” Venezia, può essere considerato in qualche modo lo specchio del Mediterraneo. Pur essendo uno dei mari più stretti che conosciamo, basti pensare che dal monte Conero nelle giornate limpide è possibile scorgere la Dalmazia, in questo luogo, come ben mette in evidenza Turri nella prefazione al primo volume, si affacciano ben quattro civiltà diverse: «quello peninsulare italiano, percorso nei secoli da vivide correnti culturali che hanno nutrito l’Europa, quello balcanico che smargina verso est nelle continentalità euro-asiatiche, quello mitteleuropeo, cuore dell’Europa moderna, quello mediterraneo ionico-egeo che traspira attraverso la stretta apertura adriatica a sud.»
Ma veniamo ora alla singola articolazione dei volumi. Nel primo testo, come suggerito dal titolo Adriatico mare d’Europa, la geografia e la storia, si parla della conformazione del mare e dei paesaggi che si affacciano su di esso ma anche di come il territorio sia stato modificato nel corso del tempo, un libro che ci racconta il legame indissolubile tra storia e natura in questo particolare territorio. È una vera e propria “carta d’identità” del mare adriatico che cerca di mostrare le infinite diversità da nord a sud. Il volume al suo interno è suddiviso in tre macro argomenti che rispecchiano questa impostazione: la storia; fisica del mare; paesaggi.
Il secondo volume dal titolo Adriatico mare d’Europa, la cultura e la storia tratta invece gli avvenimenti storici, gli incontri di popoli diversi, la creazione di imperi che nel tempo hanno avuto come centro propulsore proprio l’Adriatico portando anche alla nascita di quella cultura europea arrivata sino ai nostri giorni. L’autore in particolare modo ci fa notare come l’apice di questo processo di unità culturale ci sia stato tra il XV e il XVI secolo grazie alla presenza delle città marinare che creavano un unico sistema marittimo seppur capeggiato da Venezia. Questa situazione andrà poi sparendo nel corso del tempo a causa della nascita degli stati nazionali. In questa sezione c’è inoltre un approfondimento sull’arte e in particolar modo su quelle opere che grazie alla loro presenza ci danno oggi testimonianza dello splendore dei tempi passati. Il testo è anche in questo caso articolato in tre parti: la storia, le storie; civiltà adriatica; paesaggi dell’arte.
L’ultimo volume Adriatico mare d’Europa, l’economia e la storia tratta appunto della storia dell’Adriatico da un punto di vista economico e soprattutto mercantile. Turri ci fa notare come la ricchezza di questo mare sia dovuta soprattutto all’intraprendenza di una classe borghese che ha permesso la nascita e lo sviluppo di alcune città della costa ancora oggi centri di grande vitalità quali: Ragusa, Spalato, Ancona e Trieste. Un discorso a parte merita poi Venezia che in modo più lungimirante rispetto alle altre è stata in grado di trasformare le ricchezze derivanti dal commercio in bellezza, i grandi mercanti e signori della città hanno investito i loro beni proprio nella creazione di opere d’arte che ancora oggi sono in grado di testimoniare l’antica gloria di questa città. Come nei casi precedenti anche questa volta il volume è diviso in tre sezioni: il mare come risorsa; cultura materiale; lo spazio e le opere.