
16 Gen Le collane del TCI: città da scoprire
L’Italia: uno stato piccolo nelle dimensioni se confrontato con le altre grandi nazioni europee e mondiali ma allo stesso tempo talmente ricco di bellezze naturali, paesaggistiche, storiche e artistiche che non basterebbe una sola vita per esplorarla e per conoscerla appieno. Ecco perché in questo nostro appuntamento abbiamo deciso di prendere in esame una collana del TCI che va a studiare il nostro “bel paese” non tanto nei grandi centri che molti di noi già conoscono ma in quella miriade di piccoli paesini, spesso nascosti e poco noti, che sono in realtà una fonte inestimabile di bellezza.
In particolare modo abbiamo deciso di proporvi la raccolta di volumi pubblicata dal Touring Club Italiano tra il 1983 e il 1985 dal titolo Città da scoprire. Guida ai centri minori e comprendente i seguenti testi:
– Italia settentrionale.
– Italia centrale.
– Italia meridionale e insulare.
In primo luogo è importante soffermarsi per un momento sulla prefazione alla raccolta, scritta dall’allora presidente del Touring Club Italiano Franco Brambilla, nella quale l’autore sottolinea la finalità prima di questa edizione. Egli infatti mette in evidenza come in quegli anni, ma d’altra parte tale tendenza si registra ancora oggi, il turismo italiano e non solo si caratterizzi come una sorta di corsa sfrenata ai grandi centri dove si conservano le bellezze artistiche e paesaggistiche più note. Ed ecco che dunque tutti corrono a Roma per vedere il Colosseo o a Milano per vedere il Duomo o ancora in Sicilia per vedere la Valle dei Templi. Ma bisogna fare due considerazioni: in primis buttandosi alla rincorsa di questi luoghi semplicemente per poter dire “io l’ho visto” alla fine ci impedisce di godere di quelle stesse bellezze con la calma e l’attenzione che meriterebbero ed in secondo luogo ci fa dimenticare tutti gli altri centri più periferici che costellano il nostro territorio e che meriterebbero dunque allo stesso modo la nostra interesse. È proprio questo lo scopo che questa raccolta si prefigge e cioè farci conoscere e apprezzare “tutta l’Italia” e non solo i centri più famosi.
Approccio interessante è anche quello che concerne la parte delle immagini; queste non solo arricchiscono il testo ma ne rappresentano un corollario imprescindibile. Dunque vicino a foto d’ambienti, di piazze, di vie, di monumenti e di opere d’arte troverete anche foto zenitali, la maggior parte appositamente realizzate, che permettono di distinguere con evidenza la parte storica della città dalle nuove edificazioni e anche mappe e piante antiche che invece ci permettono di ricostruire la storia di quell’abitato. Non da ultimo inoltre va ricordato il ricco apparato cartografico che invece ci fa muovere agilmente tra le vie ma allo stesso tempo ci fa concentrare su quelle zone che hanno particolare rilievo per la storia della città.
Messi in evidenza gli elementi in comune tra i tre volumi è necessario ora sottolineare che, nonostante ciò, questi si presentano, soprattutto da un punto di vista contenutistico, molto differenti fra di loro e questo perché le vicissitudini storiche delle tre zone d’Italia sono diverse. Nel primo volume dedicato al settentrione il curatore, Lucio Gambi, ha selezionato cinquanta località dalle quali sono stati esclusi i capoluoghi di provincia, nel secondo sull’Italia centrale invece ne ha scelte una settantina comprendenti città quali Assisi, Spoleto, Urbino per le quali può forse risultare improprio il termine “minore”, nel terzo sul meridione e le isole infine ha trattato un’ottantina di centri, molti dei quali poco noti ai più. Se nelle regioni del nord i primi insediamenti risalgono al periodo romano e medievale, nel centro invece abbiamo la possibilità di studiare civiltà molto più antiche così come anche nel sud dove sono conservate testimonianze risalenti all’Età del Bronzo. Al contrario i maggiori centri industriali e commerciali e dunque più moderni sono maggiormente concentrati al nord e diminuiscono scendendo verso il Sud. Sono queste le eterne differenze che nel bene e nel male hanno sempre contraddistinto il nostro paese e che dunque ci mostrano, attraverso questi volumi, un’Italia meravigliosa e allo stesso tempo estremamente diversificata.
Vogliamo concludere questo articolo con una frase del presidente del TCI, Riccardo Ricas Castagneti, che ben descrive e mette in evidenza l’importanza di un turismo di qualità indispensabile e necessario soprattutto in un paese come l’Italia: «È l’indirizzo per un turismo che non si vorrebbe definire culturale per non ammettere, implicitamente, l’esistenza di un altro turismo, superficiale, trasandato, disattento. È l’indirizzo per quello che dovrebbe essere l’unico modo di fare turismo: il modo dell’intelligenza, della consapevolezza, della civiltà. Un modo per rispettare il proprio Paese difendendo – perché in grado di riconoscerli e apprezzarli – gli straordinari valori che la storia vi ha disseminato.»