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Le collane del TCI: le guide rosse

Le collane del TCI: le guide rosse

Le collane del TCI: le guide rosse

La Guida d’Italia o per utilizzare un nome più familiare la “guida rossa”: è questo l’approfondimento di cui ci occuperemo per concludere il percorso sulle pubblicazioni del Touring Club Italiano. La nostra non è stata una scelta casuale infatti tutti noi entrando in libreria o in un negozio di libri usati abbiamo visto questi volumi almeno una volta nella vita, libri che ci hanno accompagnato per decenni nei nostri viaggi in giro per l’Italia e lo fanno tutt’ora. Ma quanti effettivamente sanno come è nata l’idea di questa collana, qual è la storia del suo sviluppo e la ragione della sua fama? Oggi cerchiamo di scoprirlo insieme.

Il Touring Club italiano nel 1911 inizia a progettare la pubblicazione della collana Guida d’Italia in tiratura limitata, riservata ai soci e in formato tascabile. Il noto colore rosso della copertina venne scelto perché doveva rappresentare la “risposta italiana” all’editore tedesco Baedeker che aveva la leadership nella vendita di guide turistiche anche nel nostro paese e anch’esse appunto con la copertina di colore rosso. L’ambizioso obiettivo fu pienamente raggiunto e nel gennaio 1914, a cura di Bertarelli viene pubblicato il primo volume della guida, dal titolo Piemonte, Lombardia e Canton Ticino. Il territorio italiano veniva suddiviso in cinque settori geografici; al primo, seguivano Liguria, Toscana a Nord dell’Arno e Emilia; Sardegna, Sicilia e Le tre Venezie; Italia Centrale; Italia Meridionale. Ad ogni settore erano dedicate un numero variabile da due a quattro volumi. L’ultima di queste guide, pubblicata nel 1929, era destinata a Possedimenti e Colonie: Isole Egee, Tripolitania, Cirenaica, Eritrea, Somalia. Come si può notare le suddivisioni seguono i criteri geografici ma anche le vicende della storia nazionale ed è per questo che oggi possiamo attribuire a questi volumi oltre che un evidente valore turistico e conoscitivo anche quello indispensabile di memoria storica. La guida sulle colonie costituisce da una parte un importante repertorio per la conoscenza di terre lontane dall’altra uno strumento della propaganda fascista del ventennio. Un altro esempio di tale intento è la pubblicazione nel 1938, dopo due anni dalla conquista dell’Africa orientale, della guida per far conoscere le nuove terre conquistate e facenti ormai parte dell’Impero italiano. Da notare che proprio da questo anno e poi fino al 1944 il TCI cambia denominazione assumendo la dicitura Consociazione Turistica Italiana a seguito della campagna di italianizzazione dei nomi stranieri. Nell’introduzione del Sen. Carlo Bonardi si legge: «Quella terra [Africa orientale] racchiude in sé tali possibilità da alimentare le più ardite speranze e da permettere le più audaci previsioni. I suoi sviluppi sono già fin da ora e più lo saranno nel futuro, così rapido che la materia del presente libro sarà prontamente superata e la Consociazione Turistica Italiana, pubblicando successive edizioni di quest’opera, sarà lieta e fiera di mostrarne la trasformazione…»

     

Le guide rosse, suddivise regione per regione e con alcuni volumi dedicati a singole città italiane particolarmente degne di nota, sono ancora oggi pubblicate, in rinnovate edizioni ma sempre con l’obiettivo di far conoscere la ricchezza artistica, storica, ambientale, sociale intrinseca nei territori della penisola. Su queste guide, si sono formate generazioni di turisti che ne apprezzano la precisione e l’esaustività in quanto si presentano come dei veri e propri manuali storici del Touring. Il frutto di un lavoro molto accurato svolto da geografi ed esperti di storia dell’arte: al loro interno viene descritto dettagliatamente dal punto di vista artistico-culturale, ogni angolo, monumento o piazza di qualsiasi località della penisola, corredate da piantine e carte geografiche. Queste qualità e peculiarità ne fanno, per riconoscimento ufficiale del Ministero della Cultura, il maggior repertorio dei beni culturali del nostro Paese. Le guide rosse «costituirono nei fatti il primo censimento o, se si preferisce, la prima banca dati dei beni artistici e architettonici del nostro patrimonio culturale» (Andrea Emiliani, Una politica dei beni culturali, Einaudi, Torino 1974, pp. 64-65).

Dagli anni ottanta la grafica delle guide rosse viene progettata dal celebre designer Bob Noorda (definito Il grafico del Viaggio) che aveva iniziato la collaborazione con il TCI dalla fine degli anni settanta. Della versione precedente mantiene alcuni dei tratti distintivi e lascia invariato il formato, vi aggiunge semplici elementi come le testatine nella parte superiore della pagina, rende più fruibile e consultabile il contenuto. Le copertine, elemento caratteristico di questi volumi, sono sempre le stesse: in tela rossa con titolazioni composte a epigrafe e stampigliate in oro. Piccoli dunque gli interventi di Noorda ma indispensabili per modernizzare l’edizione senza cancellare la sua lunga ed importante storia.
Vogliamo chiudere l’articolo ricordando che molti dei volumi della Guida Rossa, conservati nella biblioteca e datati tra il 1922 e il 1985, appartenevano al baritono Titta Ruffo, Socio vitalizio del Touring Club dal 1915.