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Les Legendes des Venise: un gioiello editoriale di inizio novecento

Les Legendes des Venise: un gioiello editoriale di inizio novecento

Les Legendes des Venise: un gioiello editoriale di inizio novecento


Il volume che vogliamo presentarvi in questo appuntamento della rubrica “Scaffale” si intitola Les Legendes de Venise pubblicato a Parigi nel 1909 dall’editore Emile Paul in tiratura limitata e di cui la Biblioteca Titta Bernardini possiede l’esemplare n.96 di 100. Il volume, ancora una volta di grande formato (33×43 cm), raccoglie una serie di leggende e miti popolari della città di Venezia scelti da Maria Star, pseudonimo di Ernesta Stern, ed illustrato con le tavole di Raffaele Mainella. Tali illustrazioni non solo accompagnano i testi ma spesso diventano le vere protagoniste del volume, tanto che si potrebbe parlare più precisamente di cartella di incisioni piuttosto che di libro illustrato.

       

Ernesta Stern fu una vivace ed eclettica animatrice della vita culturale e mondana francese tra fine ottocento e inizio novecento. Nata a Trieste da madre veneziana, sposò il ricco e potente finanziere parigino Louis Stern insieme al quale visse nella elegante e sontuosa “Villa Torre Clementina” in Roquebrune-Cap-Martin, i cui interni furono progettati dallo stesso Mainella. Fu amica di grandi nomi della letteratura italiana e straniera come Filippo Tommaso Marinetti e Marcel Proust ma anche di artisti del panorama musicale tra cui il baritono Titta Ruffo. Il volume de Les Legendes de Venise conservato in biblioteca era di proprietà del cantante e sull’occhietto è riportata una dedica autografa della scrittrice. Così Ruffo scrive ne La Mia Parabola: «Devo in particolar modo notare la conoscenza, ch’io feci pure allora, della baronessa Ernesta Stern, che dava sovente nella sua magnifica casa in Faubourg St. Honoré dei ricevimenti, allietati da esecuzioni musicali indimenticabili, con l’intervento della più eletta società cosmopolita. Essa mi concesse la sua preziosa amicizia. Negli anni in cui cantai al casinò di Montecarlo, m’invitava spesso nel suo castello di Cap Martin; e, per darmi una prova vieppiù significativa dell’ammirazione affettuosa che nutriva per me, quando nacque mia figlia Velia, espresse il desiderio di esserle madrina.»

Tornando al volume che stiamo trattando, fondamentale è spiegare il legame fra la scrittrice e l’artista e come dal loro connubio sia nato il grande capolavoro editoriale de Les Legendes de Venise. La collaborazione ha inizio alla fine dell’800 e il volume da noi trattato rappresenta il coronamento di un lungo percorso che inizia con Terre des Symboles, un testo dedicato all’Egitto, pubblicato a Parigi nel 1903 e da segnalare in particolar modo perché qui Mainella usa per la prima volta la stampa a colori. Seguono Le coeur effeuillé, una raccolta di testi teatrali pubblicata nel 1905, ed il libro di grande formato Visions De Bauté: un’antologia dei significati simbolici di alcuni dei luoghi più noti del mondo. Giungiamo dunque con il quarto volume al 1909 e precisamente al grande libro dal titolo Les Legendes de Venise.

Quattordici sono le leggende raccolte da Ernesta Stern e qui trascritte in francese: per ognuna di esse il Mainella realizza una grande stampa a piena pagina ed un’altra più piccola collocata sopra il titolo che, in una pagina a sé, introduce la storia successiva. La particolarità di queste stampe è che sono in bianco e nero, realizzate però su sottile carta colorata e quindi incollate sullo specchio della pagina. Oltre a questi disegni il Mainella realizza preziosi cornici, a motivi aniconici, che inquadrano ogni pagina di testo. In inchiostro rosso sono poi stampate iniziali e finalini che ripropongono altri motivi dell’iconografia veneziana. Da notare è la carta che è stata realizzata appositamente per questa opera: una filigrana originale con un motivo decorativo intrecciato curvo nel quale è inserito il titolo del libro. Con Les Legendes de Venise, nel 1909, Raffaele Mainella concluse la sua attività grafico-editoriale e dunque la sua collaborazione artistica con Maria Star. Dopo questa opera non ha più realizzato libri e la sua attività professionale si è concentrata esclusivamente sull’architettura.